Dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri sull'escalation della situazione sulla prima linea, nel mese di aprile 2016
Un anno è passato dall'escalation sulla prima linea dell'aprile 2016. Il 2 aprile 2016 l'Armenia ha intensificato l'agressione partita dalle posizioni situate nei territori occupati, sottoponendo le Forze Armate dell'Azerbaigian lungo la linea di contatto e la popolazione civile che vive nelle adiacenti aree densamente abitate ai fuochi dell'artiglieria pesante e di armi di grosso calibro. Come coseguenza di queste aggressioni e delle successive ostilità dell'Armenia, 34 insediamenti e villaggi sono stati sottoposti al fuoco dell'artiglieria, sono state uccise 6 persone tra cui bambini e 33 persone sono state gravemente ferite. Sono stati inflitti gravi danni al Governo e alle proprietà private. Allo scopo di garantire la sicurezza della popolazione civile che vive all'interno dei confini internazionalmente riconosciuti dell'Azerbaigian e per prevenire le successive provocazioni dell'Armenia, sono state prese le necessarie misure di contrattacco. Le azioni offensive dell'Armenia hanno causato morti e feriti tra i militari delle forze armate dell'Azerbaigian. Sono stati registrati numerosi segni di mutilazione post-mortem sui corpi dei militari dell'Azerbaigian, commessi da parte dell'Armenia.
Il 5 aprile 2016 a Mosca, sotto gli sforzi di mediazione della Federazione Russa, è stato concordato il cessate il fuoco tra l'Armenia e l'Azerbaigian. Nonostante questo il 26-27 aprile 2016 l'Armenia ha nuovamente sottoposto la popolazione civile azera ad intenso fuoco di artiglieria pesante negli insediamenti e villaggi situati lungo la linea di contatto.
Gli avvenimenti di aprile hanno ancora una volta dimostrato che la presenza irregolare delle forze armate dell'Armenia nei territori occupati dell'Azerbaigian rimane la principale causa di escalation in prima linea ed il maggior ostacolo a una soluzione politica del conflitto. Dopo l'escalation di aprile su iniziativa dei Ministri degli Esteri dei paesi del gruppo di Minsk dell'Osce, il 16 maggio 2016 a Vienna è stata organizzata una riunione dei Presidenti della Repubblica dell'Azerbaigian e della Repubblica dell'Armenia. Il 20 giugno 2016 su invito del Presidente della Federazione Russa i Presidenti della Repubblica dell'Azerbaigian, della Repubblica dell'Armenia e della Federazione Russa si sono riuniti a San Pietroburgo per intraprendere negoziati sostanziali mirati alla soluzione del conflitto del Nagorno Karabakh tra Armenia e Azerbaigian.
Tuttavia, da allora le tendenziose provocazioni politico-militari e diversi pretesti da parte dell'Armenia non hanno permesso di mantenere gli intenti e trasformare le intese raggiunte nel corso della riunione di San Pietroburgo in azioni concrete e di ridurre la tensione, nè tantomeno è stato avviato il processo del ritiro delle truppe armene dai territori occupati dell'Azerbaigian. Le recenti dichiarazioni e la retorica guerrafondaia della leadership politico-militare dell'Armenia, nonchè i suoi tentativi di boicottare e precondizionare i negoziati sostanziali dimostrano chiaramente la mancanza di volontà dell'Armenia a impegnarsi a risolvere il conflitto in modo costruttivo. I continui sforzi dell'Armenia di rafforzare il suo potenziamento militare nei territori occupati dell'Azerbaigian, modificando illegalmente il carattere demografico, culturale e fisico di questi territori, rivelano la sua intenzione di boicottare il processo di pace e di garantire l'annessione dei territori dell'Azerbaigian.
La Repubblica dell'Azerbaigian sottolinea ancora una volta che non si riconcilierà mai con l'occupazione dei suoi territori. La risoluzione del conflitto è possibile solo sulla base della sovranità e integrità territoriale dell'Azerbaigian, nel rispetto dei suoi confini internazionalmente riconosciuti. Il principio base per la soluzione del conflitto è stabilita dalle risoluzioni 822 (1993), 853 (1993), 874 (1993) e 884 (1993) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che condannano l'uso della forza contro l'Azerbaigian e l'occupazione dei suoi territori e riaffermano la sovranità e l'integrità territoriale dell'Azerbaigian e l'inviolabilità dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale. In queste risoluzioni, le Nazioni Unite hanno ribadito che la regione del Nagorno-Karabakh è una parte inalienabile dell'Azerbaigian ed hanno chiesto il ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze di occupazione da tutti i territori occupati dell'Azerbaigian.
Richiediamo alla comunità internazionale e ai copresidenti del gruppo di Minsk dell'OSCE di esigere dall'Armenia il ritiro delle sue forze armate dai territori occupati dell'Azerbaigian e di impegnarsi costruttivamente in negoziati sostanziali per cambiare lo status quo dell'occupazione e garantire una pace duratura nella regione.